mare in amore
Se una persona non è vista, non esiste. Un personaggio è qualcosa di sconosciuto, di altro, di diverso: intendiamo lasciarlo entrare, dare spazio interno ed esterno a nuovi modi di essere. Adattarsi è una forma di intelligenza, provare a crescere nonostante le proprie radici siano oltremodo esposte è una circostanza data dalla quale partiremo, una ricchezza nella sottrazione. Si può perfino morire di nostalgia.
“In quelle strade non sono nata. Non sono cresciuta. Non mi hanno dato il primo bacio. Non mi hanno deluso profondamente. Eppure le sentivo mie, quelle strade. Le avevo percorse anch’io e le rivendicavo”. Igiaba Scego
Quando dovrai partire, potrai portare con te forse una valigia dove conservare i ricordi, gli abbracci, gli odori; la stringerai forte al petto fino a farle toccare il cuore, fusa con l’unica traccia di te, perché una storia da raccontare ce l’abbiamo tutte.
Io sono l’altra, sono scappata, sono rifugiata, sono sopravvissuta, sono qui e ora.
Cosa ci commuove. Recitare una parte ci permette di cominciare a ricostruire una storia, accoglierla veramente, senza frustrazioni o impotenze; il palcoscenico è luogo di tutte, di nessuna, di tremila persone perse nel mare.